mercoledì 20 marzo 2013

Studi sul significato dell'opera d'arte: Panofsky e il metodo iconologico


La ricerca incessante del significato intrinseco dell'opera d'arte ha condotto Erwin Panofsky, ricordato come uno dei più geniali storici dell'arte del ventesimo secolo, ad attuare una vera e propria rivoluzione metodologica. Lavin, critico dell'arte allievo di Panofsky, riconosce all'intellettuale tedesco il merito di aver ampliato la prospettiva dell'indagine storico-artistica, ponendo il valore puramente estetico solo in secondo piano, rispetto al quello che definisce come lo «studio del significato della storia delle immagini, inteso nella sua accezione più profonda».
Proseguendo nel percorso già intrapreso da Aby Warburg, Panofsky, che in (1939) Studies in Iconology utilizza ancora il temine iconografia per definire la disciplina volta alla comprensione del significato, sostituisce il concetto con quello di iconologia, più adatto alle finalità interpretative.
In The meaning in the visual arts (1955) l'autore, dopo aver riconosciuto l'inadeguatezza del vocabolo iconografia (da greco graphein, scrivere), più adatto all'ambito descrittivo che ermeneutico, predilige, al suo posto, il sostantivo iconologia (il suffisso -logia deriva dal greco logos e si può tradurre con intelletto, ragione), nell'accezione di:
un'iconografia che vuol essere anche interpretazione e in questo modo diviene parte integrante dello studio dell'arte invece di essere confinata al rango di ricognizione statistica preliminare. (Panofsky: 1962, p.37).

Livelli di significato

Per delineare il suo metodo iconologico e spiegare la differenza tra forma e significato, Panofsky si serve dell'esempio, ormai celebre, del conoscente che lo saluta per strada togliendosi il cappello. Questo gesto, comune nell'esperienza quotidiana, viene convenzionalmente interpretato come un saluto, ma, a seconda del punto di vista di chi lo osserva, comunica una molteplicità di significati, stratificati secondo tre livelli:
  1.  Il significato primario o naturale è immediatamente percepibile e scaturisce dall'individuazione degli oggetti di utilizzo quotidiano, posti in rapporto con azioni ed eventi (significato fattuale), e dalle espressioni che accompagnano i gesti (significato espressivo). Rapportato al contesto dei fenomeni artistici, il soggetto primario può essere identificato con la descrizione preiconografica, tesa a comprendere i motivi artistici di un'opera.
  2.  Procedendo più in profondità nell'universo della significazione, incontriamo il soggetto secondario o convenzionale. Questo significato non è dato dall'esperienza sensibile, ma si fonda sull'analisi dei legami che si ottengono dalla combinazione dei motivi artistici (storie e allegorie) con i temi (ciò presuppone la conoscenza dei testi letterari). Ci troviamo nell'ambito dell'iconografia, a cui è possibile ricondurre l'analisi formale teorizzata da Wölfflin.
  3. Il terzo livello si fonda sulla ricerca di quei valori simbolici, come li definisce Cassirer, o principi di fondo, utilizzando la terminologia di Panofsky, che rivelano l'atteggiamento fondamentale di una nazione, un periodo, una classe, una concezione religiosa o filosofica, qualificato da una personalità e condensato in un'opera. 

  Intuizioni sintetiche


Questo principio di fondo, identificabile con il significato intrinseco o contenuto, coincide con l’obiettivo a cui tende l’iconologia, cioè l’analisi di come le tendenze essenziali dello spirito umano sono espresse. Strumento d’indagine indispensabile per raggiungere tale scopo risulta essere l’intuizione sintetica.
Quando un individuo saluta togliendosi il cappello, ad una preliminare analisi formale, fondata sull’individuazione di elementi cromatici e lineari, segue il riconoscimento di un oggetto dell’esperienza (L’uomo), che appare in relazione con un evento puntuale (l’azione di togliersi il copricapo). Questo livello di senso afferisce ancora alla sfera del significato fattuale, ma risulterà corredato dalle informazioni di carattere psicologico, che saranno attribuite all’uomo per empatia (significato espressivo).
Siamo in grado di interpretare l’azione come saluto perché possiamo contare sulla conoscenza della pratica, diffusa nel mondo occidentale, e risalente al Medioevo, di manifestare intenti non belligeranti sollevando l’elmo.
Il saluto, considerato gesto cortese e volontario, si presta ad una lettura più profonda. Inoltre il clima storico-culturale, che accomuna le nostre conoscenze e i nostri valori con quelli dell’individuo incontrato, ci consente di arricchire con ulteriori informazioni l’interpretazione dell’evento. Scrive Panofsky:
[…] Il significato così scoperto può essere chiamato significato intrinseco o contenuto; ed è un significato essenziale, mentre gli altri due generi di significati, quello primario o naturale e quello secondario o convenzionale sono fenomenici. Lo si può anche definire come un principio unificante che sta dietro e spiega tanto l’evento visibile che il suo significato intelligibile e determina perfino la forma in cui l’evento visibile si configura. (Panofsky: 1962; p. 33).



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