sabato 23 gennaio 2010

SMS e HAIKU

Se in un tempo lontano emozioni e confidenze venivano affidate ai fiumi di inchiostro confortanti, altre volte tormentati, della comunicazione epistolare, oggi invece, con buona pace del giovane Werther e dei suoi dolori, la lettera appare desueta, quasi preistorica. Le nuove tecnologie, le stesse che hanno permesso la creazione del "villaggio globale" (McLuhan, 1964), hanno invaso la nostra quotidianità condizionando abitudini e comportamenti. Nuove espressioni linguistiche più vicine al linguaggio orale, contratte e più veloci, hanno soppiantato quelle tradizionali.
Numeri, neologismi, simboli grafici e termini presi in prestito dall'inglese costituiscono gli ingredienti di una comunicazione che appare molto sintetica, ma anche ironica e originale, tale da assumere dei caratteri specifici.
Gli SMS (Short Messages service) si situano in una posizione intermedia tra lingua scritta e parlata (si parla infatti di "scritlato") , hanno un costo irrisorio e possono essere conservati nel tempo. Pensati in origine come un servizio accessorio, hanno acquistato autonomia e, pur nella brevità telegrafica che li caratterizza, hanno determinato una delle "rivincite" della parola scritta in un mondo che sembrava ormai dominato dal suono e dall'immagine. Sono divenuti anche mezzi per la trasmissione di messaggi pubblicitari e strumenti utili per le raccolte di beneficienza in occasione di emergenze locali e internazionali.
A causa del carattere conciso e misterioso gli SMS sono stati definiti simili agli haiku, brevi componimenti poetici giapponesi costituiti da 17 sillabe suddivise in tre gruppi: 5, 7, e 5 sillabe.
La perfezione formale rappresenta l'elemento caratteristico di questi brani fugaci ed ermetici, ma a differenza degli SMS, che presentano una funzione fatica e sono prevalentemente "goal-directed", gli haiku sono delle piccole opere di valore estetico e compositivo, ma infunzionali.


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